Oltre alle vicende, molto famose, dall'assedio di Costantinopoli del 1453 c’'è un assedio, meno famoso, ma altrettanto importante, che sarà il preludio della fine dell'impero; parliamo di quello del 1422. Nel 1403 il trattato di Gallipoli permise all’impero di riprendere forza e poter sperare in una rinnovata politica espansionistica dopo la pesante sconfitta dei Turchi ad opera di Tamerlano, signore uzbeko di Samarcanda. A quel tempo il vessillo imperiale svettava in Tracia, Laconia, nella penisola Calcidica e in molte isole egee, oltre che su alcuni villaggi della costa interna e l'aver appoggiato il giusto pretendente al trono del sultano aveva permesso a Costantinopoli di essere ben vista dagli storici nemici. Nel 1421 il basileus Giovanni VIII (fratello maggiore di Costantino XI), contro il parere del padre Manuele, ormai molto stanco e debilitato, tentò un colpo di mano appoggiando un nuovo usurpatore al trono ottomano, Mustafà, che marciò dai Balcani verso la capitale provvisoria del sultano Murad II, Bursa, con un grande esercito. Una vittoria di Mustafà significava ottenere ampie concessioni territoriali e permettere ai romei di prendere fiato e sognare di poter presto riottenere gli antichi confini di cento anni prima. Ma Mustafà fallì, venne catturato e strangolato, il suo esercito si dissolse e Giovanni si ritrovò solo a fronteggiare la terribile vendetta del sultano. Mentre le città greche cadevano una dopo l'altra, i Turchi mossero forse 200.000 uomini (cifre assolutamente sproporzionate, avrebbe più senso parlare di 80.000) all'assedio di Costantinopoli, che era difesa solo da qualche migliaio di armati e da 26 navi. Dell'assedio ci sono arrivati pochi dettagli, sappiamo che durò circa tre mesi e che i Turchi lanciarono numerosi assalti che furono respinti in massima parte grazie alla tenacia e perseveranza di Giovanni, che come farà il fratello circa 30 anni dopo, combatteva in prima linea sulle mura e incitava personalmente le truppe a non cedere, oltre al fatto che le mura di Teodosio si rivelarono, ancora una volta, inespugnabili. Gli ottomani non riuscirono a forzarle e, secondo la tradizione e le fonti del tempo, furono spinti a fuggire da un'apparizione improvvisa della Madonna che li scoraggiò e caricò i difensori di rinvigorita energia. Certamente un ruolo determinante lo giocarono le malattie e le pesantissime perdite durante la battaglia, oltre all'impossibilità di mantenere mobilitato un esercito così grande senza un adeguato sistema di salmerie. Giovanni aveva vinto la sua personale battaglia e permesso all'impero di sopravvivere, ma la perdita di buona parte dei territori fu un preludio inevitabile all'assedio che avverrà da lì a pochi anni.
Nell’immagine: tratto delle mura di Costantinopoli
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In addition to the very famous events of the siege of Constantinople in 1453, there is, however, a less famous but equally important siege which will be the prelude to the end of the empire; let's talk about that on of 1422. In 1403 the treaty of Kallipolis allowed the empire to regain strength and to hope for a renewed expansionist policy after the heavy defeat of the Turks by Tamerlane, the Uzbek lord of Samarkand. At that time the imperial banner stood out in Thrace, Laconia, in the Chalkidiki peninsula and in many Aegean islands, as well as on some villages of the inland coast and having supported the right pretender to the sultan's throne had allowed Constantinople to be well seen by historical enemies. In 1421 the basileus John VIII (older brother of Constantine XI), against the opinion of his father Manuel, now very tired and debilitated, attempted a coup by supporting a new usurper to the Ottoman throne, Mustafà, who marched from the Balkans to the temporary capital of Sultan Murad II, Bursa, with a large army. A victory for Mustafà meant obtaining large territorial concessions and allowing the Romans to take a breath and dream of being able to regain the ancient borders of a hundred years earlier. But Mustafà failed, he was captured and strangled, his army dissolved and Giovanni found himself alone to face the sultan's terrible revenge. While the Greek cities fell one after the other, the Turks perhaps moved 200,000 men (absolutely disproportionate figures, it would make more sense to speak of 80,000) at the siege of Constantinople, which was defended only by a few thousand armed men and 26 ships. Few details of the siege have arrived, we know that it lasted about three months and that the Turks launched numerous assaults that were rejected in large part thanks to the tenacity and perseverance of John, who like his brother will do about 30 years later, fought in the front line on the walls and personally urged the troops not to yield, besides the fact that the wall In the pic: walls of Constantinople
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